Michel Odent: cambiare il modo di venire al mondo

Non era un segreto che la mamma di Michel Odent gli avesse sempre raccontato quanto fosse stato bello il giorno della sua nascita.


E viene spontaneo chiedersi: quante donne oggi possono dire lo stesso del proprio parto? Quante possono ricordarlo come un’esperienza bella, rispettata, trasformativa?

Michel Odent, medico, ricercatore e visionario, ci ha lasciati di recente. Ma la sua eredità non si spegne, perché ha acceso una scintilla che continua a risuonare in chi crede nella forza della nascita rispettata e nella fiducia nel corpo delle donne.

Una visione rivoluzionaria

Odent è stato tra i primi a ricordarci che il parto non è un evento medico, ma un passaggio umano, profondo, intimo. Con coraggio ha detto e ripetuto che:

“Non possiamo cambiare il mondo finché non cambiamo il modo di venire al mondo.”

Parole semplici e potenti, capaci di scardinare convinzioni radicate e di restituire dignità a un’esperienza che troppo spesso viene trattata come un problema da risolvere, piuttosto che come un processo da custodire.

Una prospettiva che molti hanno definito radicale, persino estrema, ma che in realtà ci riporta semplicemente alle radici: al rispetto della fisiologia, agli ormoni, al silenzio, al bisogno di protezione e intimità che ogni donna sente quando dà la vita.

Il linguaggio del corpo

Per Odent, il parto non è questione di tecnica, ma di condizioni.

“La neocorteccia deve spegnersi perché il parto possa avvenire.”

La mente razionale, quella che analizza e controlla, deve lasciare spazio alla parte più antica e istintiva del cervello.

Ecco perché insisteva sull’importanza di luci soffuse, silenzio, intimità. Un ambiente che protegga la donna, anziché esporla a continui stimoli. Perché il corpo sa, se gli viene permesso di farlo.

Oltre la medicalizzazione

Odent non era “contro” la medicina. Al contrario, riconosceva il valore inestimabile degli strumenti moderni quando servono davvero. Ma ci ha sempre ricordato che:

“Ogni intervento non necessario è un ostacolo alla fisiologia del parto.”

L’ospedale, luogo nato per la malattia, non è di per sé garanzia di sicurezza per un evento fisiologico.

Non dal punto di vista emotivo, né da quello microbiologico.

Secondo Odent, la vera protezione nasce dal rispetto dei tempi, dalla fiducia, dall’intimità custodita.

Un’eredità viva

Celebrare Michel Odent oggi significa raccogliere il testimone di un uomo che ha avuto il coraggio di mettere in discussione ciò che consideriamo ‘normale’ nella nostra società - compresi pratiche e saperi consolidati. Con le sue domande ha aperto nuove strade, restituendo a donne e creature la possibilità di vivere la nascita come esperienza bella, potente e trasformativa.

“Il modo in cui nasciamo influenza il resto della nostra vita.”

Il parto lascia sempre un’impronta, perché non è mai neutro: segna in profondità. Sta a noi fare in modo che questa impronta sia di fiducia, amore e potenza, piuttosto che di paura, dolore e solitudine.

E se davvero, come diceva Odent, cambiare il modo di venire al mondo significa cambiare il mondo stesso… allora non c’è eredità più grande da portare avanti.


Se queste riflessioni ti risuonano e vuoi scoprire come integro gli insegnamenti di Michel Odent nei miei percorsi di accompagnamento, puoi scrivermi o visitare il mio sito.

Sarà un piacere raccontarti di più.

Negli ultimi giorni i media hanno parlato molto di un caso drammatico legato a un parto in casa. Non entrerò nei dettagli – non conosco la storia direttamente, né sarebbe corretto farlo.

Quello che mi interessa, però, è il meccanismo che si attiva ogni volta che una notizia simile arriva alle cronache: il dibattito si accende, il parto in casa diventa un “caso”, e ancora una volta ci si divide tra chi lo demonizza e chi lo difende a spada tratta.

Eppure, ogni volta che ci fermiamo a guardare solo il luogo, rischiamo di perderci il punto centrale.


👉 Perché non è questione di casa o ospedale.
👉 È questione di approccio.

Non era un segreto che la mamma di Michel Odent gli avesse sempre raccontato quanto fosse stato bello il giorno della sua nascita.


E viene spontaneo chiedersi: quante donne oggi possono dire lo stesso del proprio parto? Quante possono ricordarlo come un’esperienza bella, rispettata, trasformativa?

Michel Odent, medico, ricercatore e visionario, ci ha lasciati di recente. Ma la sua eredità non si spegne, perché ha acceso una scintilla che continua a risuonare in chi crede nella forza della nascita rispettata e nella fiducia nel corpo delle donne.

Una visione rivoluzionaria

Odent è stato tra i primi a ricordarci che il parto non è un evento medico, ma un passaggio umano, profondo, intimo. Con coraggio ha detto e ripetuto che:

“Non possiamo cambiare il mondo finché non cambiamo il modo di venire al mondo.”

Parole semplici e potenti, capaci di scardinare convinzioni radicate e di restituire dignità a un’esperienza che troppo spesso viene trattata come un problema da risolvere, piuttosto che come un processo da custodire.

Una prospettiva che molti hanno definito radicale, persino estrema, ma che in realtà ci riportava semplicemente alle radici: al rispetto della fisiologia, agli ormoni, al silenzio, al bisogno di protezione e intimità che ogni donna sente quando dà la vita.

Il linguaggio del corpo

Per Odent, il parto non è questione di tecnica, ma di condizioni.

“La neocorteccia deve spegnersi perché il parto possa avvenire.”

La mente razionale, quella che analizza e controlla, deve lasciare spazio alla parte più antica e istintiva del cervello.

Ecco perché insisteva sull’importanza di luci soffuse, silenzio, intimità. Un ambiente che protegga la donna, anziché esporla a continui stimoli. Perché il corpo sa, se gli viene permesso di farlo.

Oltre la medicalizzazione

Odent non era “contro” la medicina. Al contrario, riconosceva il valore inestimabile degli strumenti moderni quando servono davvero.

Ma ci ha sempre ricordato che:

“Ogni intervento non necessario è un ostacolo alla fisiologia del parto.”

L’ospedale, luogo nato per la malattia, non è di per sé garanzia di sicurezza per un evento fisiologico.

Non dal punto di vista emotivo, né da quello microbiologico.

Secondo Odent, la vera protezione nasce dal rispetto dei tempi, dalla fiducia, dall’intimità custodita.

Un’eredità viva

Celebrare Michel Odent oggi significa raccogliere il testimone di un uomo che ha avuto il coraggio di mettere in discussione ciò che consideriamo ‘normale’ nella nostra società - compresi pratiche e saperi consolidati.

Con le sue domande ha aperto nuove strade, restituendo a donne e creature la possibilità di vivere la nascita come esperienza bella, potente e trasformativa.

“Il modo in cui nasciamo influenza il resto della nostra vita.”

Il parto lascia sempre un’impronta, perché non è mai neutro: segna in profondità. Sta a noi fare in modo che questa impronta sia di fiducia, amore e potenza, piuttosto che di paura, dolore e solitudine.

E se davvero, come diceva Odent, cambiare il modo di venire al mondo significa cambiare il mondo stesso… allora non c’è eredità più grande da portare avanti.




Se queste riflessioni ti risuonano e vuoi scoprire come integro gli insegnamenti di Michel Odent nei miei percorsi di accompagnamento, puoi scrivermi o visitare il mio sito.

Sarà un piacere raccontarti di più.

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Simona Cattaneo

La tua alleata in questo

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